“Attrazione totale” è la tag line scelta per l’edizione di Viscom Italia di quest’anno che, tra nuovi e vecchi appuntamenti, mette al centro le principali innovazioni nell’ambito della comunicazione visiva, incentivando le connessioni tra i professionisti del settore.

Con oltre 450 espositori confermati e oltre 20.000 visitatori attesi, Viscom Italia si conferma ancora una volta la fiera di riferimento per gli operatori del settore della comunicazione visiva. Lo show, che quest’anno celebra la sua trentunesima edizione, si svolgerà dal 10 al 12 ottobre presso lo spazio espositivo di Fieramilano. L’edizione 2019 prevede un programma ricco di novità, volte a garantire un’esperienza sempre più completa ai visitatori, che avranno l’opportunità di confrontarsi con altri professionisti del settore, scoprire tecnologie inedite e applicazioni stimolanti ed elaborare nuove strategie per cogliere i trend in espansione.

 

<strong>Aree Speciali</strong>

Tra gli appuntamenti consueti ritroviamo Viscom Talks, dove i professionisti che hanno riscritto, a modo loro, le regole della comunicazione visiva, si confronteranno, sfidando la visione comune e creando nuovi percorsi di crescita. I dibattiti, condotti da esperti, spazieranno tra numerosi argomenti tra cui lo sviluppo dell’estetica fotografica per la costruzione di nuove campagne pubblicitarie on e offline, i nuovi approcci tecnologici per trasformare un’idea in un design di successo.

Non poteva mancare DIVA – Display Italia Viscom Award, il contest realizzato in collaborazione con la rivista Display Italia con il patrocinio di Comieco, che ogni anno premia la soluzione espositiva per il punto vendita più creativa e innovativa.

Torna, infine, Elementaria, sempre in collaborazione con la rivista Display Italia, che premia le migliori soluzioni espositive nell’ambito del travel&retail. Un’occasione per designer e artisti di successo di unire le forze con le aziende produttrici di materie per presentare progetti destinati a cambiare il mondo del retail e della brand innovation.

 

Per la prima volta, Viscom Italia presenta la Digital Innovation Area, un’area espositiva dove sarà possibile sperimentare software dedicati alla grafica e al design, per creare nuovi linguaggi e progetti per la comunicazione visiva. Una modalità “interattiva” che ritroveremo anche nel format ViscomLand. Strutturato come un vero e proprio “parco dei divertimenti”, al cui interno sarà possibile vedere in azione tecnologie inedite, toccare con mano materiali e applicazioni originali e scoprire quali sono le diverse fasi che portano dalla progettazione alla produzione di applicazioni reali come prodotti wrappati, stampati, incisi o serigrafati. I visitatori potranno inoltre cimentarsi in un live quiz per testare le proprie conoscenze.

Travolta dalla “febbre da podcast” che ha rappresentato uno dei trend del 2019, anche Viscom 2019 ha lanciato una serie di contenuti, disponibili sulle piattaforme Spreaker e Spotify, in cui saranno raccontate le evoluzioni del mercato della comunicazione visiva. Ogni puntata tratterà diverse tematiche spaziando dal design al retail, dall’architettura alle strategie di marketing, dalle tecnologie alle applicazioni. Proprio per incentivare la riflessione sui temi della creatività e della progettualità nell’ambito della comunicazione visiva, il 10 settembre Viscom Italia ha invitato giornalisti, opinion maker ed esperti del settore a prendere parte alla conferenza di apertura, ospitata nella suggestiva location ON HOUSE MILANO.

Anticipazioni dal mondo della comunicazione visiva

L’evento, intitolato “Anticipazioni dal mondo della comunicazione visiva” ha visto la partecipazione di professionisti di calibro internazionale provenienti dal mondo del retail e della brand industry che si sono confrontati sui trend del momento che saranno argomento di dibattito durante la fiera. Secondo Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia, l’azienda che cura l’allestimento e l’organizzazione di Viscom Italia, l’evento è stato l’occasione di allargare gli orizzonti, grazie alle esperienze e alle buone pratiche messe in atto e condivise dai top leader del settore, per poter rispondere in maniera puntuale alle nuove esigenze del mondo dell’allestimento. All’evento, moderato da Marco Oltrona Visconti, direttore della rivista Display Italia, hanno preso parte ospiti importanti come Michele Trevisan, Head of Retail Design di Benetton, e Aide Mussini di Pasolini General Contractor.

Trevisan ha spiegato quali sono i trend destinati a dominare il settore del retail negli anni a venire e di come influenzeranno il modo di progettare le applicazioni destinate all’allestimento dei punti vendita. In apertura, ha esplorato il concetto di ergonomia cognitiva, la disciplina che si occupa di studiare il modo in cui le persone interagiscono con i nuovi strumenti tecnologici per l’elaborazione delle informazioni. Sulla base di questo, Trevisan ha spiegato come sta cambiando il nostro modo di concepire il negozio fisico nell’epoca digitale in cui molte operazioni vengono concluse comodamente da casa, grazie allo sdoganamento dell’e-commerce. Gli store tradizionali non sono destinati a scomparire per il momento, ma bisognerà progettarli tenendo conto del modo in cui i consumatori effettuano gli acquisti. Compito dei retailer sarà far convivere gli e-commerce con i punti vendita fisici, per offrire agli utenti un’esperienza estremamente personalizzata. Ma come riuscirci? Secondo Trevisan, un punto di partenza può essere riflettere su quali sono i limiti dei negozi fisici oggi e superarli. Un esempio pratico: grazie a Internet, i consumatori sono in grado di effettuare acquisti in tempi brevissimi, superando i lunghi tempi di attesa in casa.

È importante che i negozi adottino, quindi, sistemi di cassa evoluti, dotati di mobile POS. Benetton ha cominciato a sperimentare questo nuovo format all’interno di alcuni punti vendita “sperimentali” come il flagship di Londra, inaugurato nel 2018. Al suo interno è stato eliminato il tradizionale banco cassa, sostituito da tavoli d’appoggio disseminati per il negozio, dove è possibile piegare e stoccare i capi. La transazione viene eseguita tramite device portatili in dotazione al personale, non vincolando l’atto dell’acquisto a un punto specifico del negozio. Rinunciando alla cassa si elimina il problema della coda, che è uno dei principali ostacoli che al momento disincentiva gli utenti dall’acquisto offline. Allo stesso modo, prenderà piede il format dei pop up store, ossia i punti vendita temporanei, con un ciclo di vita molto breve. Questi ultimi sorgono solitamente in zone trafficate della città e vendono prodotti in edizione limitata o collezioni specifiche. Lo scopo è accrescere la brand identity, conquistare la fiducia del consumatore e invitarlo a fare acquisti, magari online.

Presa consapevolezza di questi nuovi paradigmi, occorrono quindi soluzioni fisiche che aiutino a veicolare i messaggi che il brand vuole comunicare, per esempio, posizionando le luci affinché creino effetti che valorizzano i prodotti esposti. È proprio sulla cura di questi dettagli che si fonda il successo di Pasolini General Contractor. Come ha spiegato Aide Mussini, Marketing Communication Manager dell’azienda bresciana, i progetti di Arredamento Negozio Pasolini raccontano gli spazi attraverso elementi d’arredo realizzati con materiali di altissimo livello, personalizzati a seconda del tipo di ambiente, che aiutano gli utenti a immergersi in un vero e proprio percorso esperienziale.

 

<strong>Quando il design incontra l’innovazione tecnologica: intervista al designer Dodo Arslan</strong>

Padroneggiare gli strumenti e le tecnologie digitali attualmente a disposizione è necessario per innovare, tanto più in un settore cruciale come quello della comunicazione visiva. Ne abbiamo discusso con Dodo Arslan, eclettico designer italiano, che attualmente vive tra Milano e Miami. In vent’anni di attività Dodo Arslan ha dato vita a pezzi unici e produzioni in serie, dai dispositivi elettronici alle fusioni in bronzo. Il suo Studio è specializzato nella progettazione di mobili, luci e accessori, sviluppati in collaborazione con artigiani e marchi e assiste i migliori architetti e interior designer, ideando e realizzando soluzioni su misura, sia per l’ambito residenziale che per il contract, e installazioni uniche di luce e design art. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti – come la vittoria del concorso per l’ideazione del logo PZero per Pirelli e l’Art Directors Club per la seconda release del suo studio – e le sue opere sono state esposte in diversi musei di tutto il mondo. Prima di fondare il proprio studio, ha lavorato per diversi studi di calibro internazionale. Forte di queste esperienze così variegate, ha condiviso con noi qualche pensiero sul presente e futuro della comunicazione visiva che, insieme al design, è sempre stato uno dei suoi grandi amori.

Nel corso della tua carriera hai assistito a una rapida evoluzione della comunicazione visiva. A che punto siamo, oggi?

Negli ultimi anni, la tecnologia ha imposto un’incredibile accelerazione nelle tecniche di rappresentazione, sviluppo, prototipazione e realizzazione delle applicazioni. Questo ha reso il nostro lavoro di designer più complesso, ma molto più efficace. Io resto fedele alla matita, da cui parto per andare alla ricerca di nuove idee. Al tempo stesso, non penso che gli strumenti tecnologici siano un ostacolo alla creatività, quanto piuttosto un mezzo per raggiungere il proprio scopo con il minimo dispendio di energia.

Un espositore che è anche un oggetto di design, parte della campagna Milano 1932 realizzata da Dodo Arslan per Gruppo Campari

Un espositore che è anche un oggetto di design, parte della campagna Milano 1932 realizzata da Dodo Arslan per Gruppo Campari

L’amore per la comunicazione visiva non mi ha mai abbandonato ed è stato un fattore importante anche in tutti i progetti non prettamente grafici. Penso che internet abbia imposto un’evoluzione molto più rapida, aggiungendo una dimensione ipertestuale, virtuale ed interattiva ai messaggi dei brand, “immergendoci” in vere e proprie esperienze sensoriali. Personalmente mi auguro che la comunicazione visiva possa, in certi contesti speciali, tornare ad una dimensione più reale, tattile, statica, umana… per colpire i sensi di spettatori che sanno apprezzare e cercano prodotti più spiccatamente artigianali.

In che modo pensi che creativi e tecnici possano interagire al meglio alla realizzazione di progetti complessi?

Sono convinto che i risultati migliori si raggiungano quando il flusso di idee è a doppio senso: la creatività “spinge” la tecnica, senza dubbio, ma un buon progettista deve anche saper sfruttare le tecnologie esistenti per raggiungere risultati ottimali, in tempi ridotti e con costi ragionevoli. Innescare un dialogo costruttivo sin dalle primissime fasi di progettazione fa sì che si viaggi più spediti verso un risultato finale impeccabile.

In che modo i designer possono approfittare delle nuove possibilità offerte dalle tecnologie di stampa digitali, soprattutto nell’ambito dell’interior decoration?

Sta ai progettisti avvicinarsi senza timore ai nuovi strumenti e sperimentarne le potenzialità. Ma anche i costruttori, che mettono a disposizione questi strumenti, devono attrarre i creativi che sono curiosi per loro natura. Appuntamenti come Viscom offrono un’occasione perfetta, perché presentano tecnologie allo stato dell’arte e sono create per favorire il confronto tra queste categorie professionali.