Con le sue texture e le sue cromie, il rivestimento murale è lo strumento che mi permette di aggiustare gli equilibri formali e tonali del progetto

È sul contrasto tra materia e rivestimenti murali che Nisi Magnoni costruisce i suoi progetti. La ricerca estrema della matericità – fino a spingersi ai confini dell’antimaterico – e la sperimentazione continua di texture e finiture speciali per carte da parati tutt’altro che usuali trovano espressione nell’ossimoro architettonico che ne contraddistingue i lavori. Così come suo segno distintivo è la spiccata volontà di arrivare a proporre, con ogni opera, qualcosa di inedito, capace di stupire, di generare una tendenza e di dettare uno stile. Architetto milanese a tutto tondo, Nisi Magnoni si è specializzato nel settore della ristorazione: è sua la firma di molti dei ristoranti cinesi di lusso del capoluogo lombardo, dal Gong a Asian BA a Nu, ma anche di lavori eclettici come il Nu Hotel, sempre a Milano. E se arte, architettura e design si fondono nella poetica di questo artista eclettico, insieme alla cura dei dettagli e alla curiosità innata di chi considera la conoscenza quale presupposto di ogni processo creativo, l’avvento della tecnologia non ha mancato di lasciare il segno sulla sua opera, arricchendone la ricerca materica per i rivestimenti verticali.

Chi è Nisi Magnoni

Simone Nisi MagnoniPossedere è conoscere”, è il mantra ereditato dalla famiglia e adottato da Nisi Magnoni quale leitmotiv della sua attività di architetto. Subito dopo la laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, apre il suo studio e si dedica all’attività di progettazione, rivolgendosi prevalentemente al settore della ristorazione. Il successo dei primi progetti gli consente di crescere e di affermarsi sulla scena dell’architettura nazionale. In parallelo all’attività di architetto, Nisi si è sempre dedicato all’attività didattica, che lo vede tuttora impegnato presso il Politecnico, il Polidesign, la Domus Accademy e Ho- ReCa Workshop.

Il rivestimento murale nell’era della stampa digitale: cosa è cambiato?

Fino a qualche tempo fa, il rivestimento murale rappresentava l’anti-evoluzione nell’architettura di interni e rievocava un’idea di passato e di pesantezza. È grazie alle tecnologie di stampa di ultima generazione – digitali, ma non solo – che il trend si è invertito: l’introduzione di finiture nuove e innovative, di grande impatto estetico e dalla portata funzionale, ha segnato una vera e propria svolta nel mondo delle carte da parati. Oggi la carta può essere accoppiata potenzialmente a qualsiasi supporto – non solo vinile, seta, cotone, ma anche carta e filo o pezzettini di noci di cocco assemblati con fattura artigianale (è il caso dell’azienda francese Élitis) – e la gamma dei rivestimenti si è arricchita di texture e giochi cromatici molto interessanti e, soprattutto, in linea con il gusto contemporaneo. E così si è capito che il rivestimento murale, se usato con professionalità, senso estetico e attenzione, offre in architettura delle potenzialità enormi.

Nel cavedio del Nu Hotel di Milano, Simone Nisi Magnoni e Sabrina Gallini hanno giocato sulla contrapposizione tra la materia – un rivestimento murario in gesso colorato con ossido di ferro e, successivamente, sabbiato – e la tappezzeria con texture a mosaico in tinta unita bianco perlato, per un effetto raffinato. Foto di Fabrizio Gini.

Nel cavedio del Nu Hotel di Milano, Nisi Magnoni e Sabrina Gallini hanno giocato sulla contrapposizione tra la materia – un rivestimento murario in gesso colorato con ossido di ferro e, successivamente, sabbiato – e la tappezzeria con texture a mosaico in tinta unita bianco perlato, per un effetto raffinato. Foto di Fabrizio Gini.

Nell’ambito di un suo progetto, che peso riveste la carta da parati?

È quasi indispensabile. La carta da parati è lo strumento che mi permette di confezionare la mia creazione, ovvero di aggiustare gli equilibri formali e tonali del progetto di interior decoration. Nell’ambito di ogni mio lavoro, la carta da parati esprime la femminilità, perché proprio la scelta di disegni, texture e cromie dei rivestimenti mi permette di ammorbidire quella ricerca di durezza ed essenzialità che è propria della mia sperimentazione materica.

Quanto conosce la tecnologia di stampa e quanto conta per un architetto conoscerla?

Sono curioso di natura e quando scelgo di utilizzare un prodotto voglio prima scoprire come viene realizzato ed è mia abitudine visitare direttamente gli stabilimenti produttivi. Nella professione dell’architetto questa curiosità è fondamentale: ogni novità deve diventare terreno di ricerca, informazione e autoformazione volte ad acquisire gli strumenti necessari per comprendere appieno il potenziale del prodotto stesso e arrivare a gestirlo nel migliore dei modi. Un architetto che si confronti con la grandissima varietà di carte da parati oggi a disposizione deve avere tutte le conoscenze tecniche e tecnologiche necessarie per poter compiere delle scelte e anche per avere il coraggio di proporre qualcosa di nuovo, capace di rompere con gli schemi del passato.

Le trentotto camere – tutte diverse per forme, taglio e dimensioni – sono state caratterizzate dall’uso di carte da parati, texture e colori differenti. Foto di Fabrizio Gini.

Le trentotto camere – tutte diverse per forme, taglio e dimensioni – sono state caratterizzate dall’uso di carte da parati, texture e colori differenti. Foto di Fabrizio Gini.

Torniamo a parlare di materiali…

Le potenzialità legate alla possibilità di accoppiare la carta a qualsiasi supporto sono enormi. Ai materiali più classici, come i tessuti – cotone e lino – si è affiancato il vinile, economico, ignifugo e lavabile e dunque molto pratico. E poi vi sono tutti i nuovi materiali con cui si sperimenta, e davvero i prodotti a disposizione sono i più svariati.

E c’è un ritorno all’artigianalità. Come lo valuta?

L’artigianalità è indispensabile, in quanto dalla ricerca artigianale nascono prodotti in grado di incarnare e interpretare l’anima più vera dei progetti. Nelle carte da parati proposte oggi vi è molta artigianalità e gli effetti che si possono ottenere sono davvero straordinari.

 

La rivoluzione del velcro sulla copertina di WIDE

Parte da un aneddoto la storia della cover del numero 34 di WIDE. Impegnato nella sua opera di sperimentazione ed esplorazione delle possibilità dei rivestimenti murali, Nisi Magnoni si era posto l’obiettivo di trovare una soluzione che non richiedesse più l’utilizzo dei chiodi per appendere oggetti alle pareti. “Era il 2013 e per mesi ho lavorato sull’idea di creare un kit meccanico o elettronico di strumenti alternativi. Fino a quando mi sono reso conto che il mio approccio era sbagliato: il punto di partenza avrebbe dovuto essere il supporto”. Da qui la scelta di rivolgersi a Jannelli & Volpi per studiare insieme una soluzione: “Così, in meno di sei mesi, abbiamo creato JanVel – coinvolgendo anche Velcro – una carta da parati composta di velcro che consente di appendere oggetti, anche molto pesanti, alle pareti senza ricorrere ai chiodi”. Concepito, brevettato e ingegnerizzato per essere lanciato al Fuorisalone del 2013, JanVel ha rivoluzionato il mondo dei rivestimenti murali, conferendo alla carta da parati anche un carattere funzionale. Oltre a quello estetico: JanVel è personalizzabile – la superficie può essere stampata con tecnologia digitale. E JanVel è protagonista della copertina, in una versione che arreda la bella casa studio di Nisi Magnoni.