In Mantero c’è una storia lunga oltre cent’anni e la spinta continua a trasformarsi e innovare, attraverso investimenti in tecnologia e nello sviluppo qualitativo della fase creativa. Sono i capisaldi dell’azienda comasca che così intesse preziose trame d’eccellenza.

Franco Mantero, amministratore delegato di Mantero

Franco Mantero, amministratore delegato di Mantero

Ferve l’attività nel grande e luminoso reparto di sviluppo prodotto e business development di Mantero. È qui che prendono forma i preziosi tessuti destinati alle collezioni dei più grandi nomi del lusso e della moda: un open space di 2.000 metri quadrati incorniciato sui lati da una ricca libreria – fonte inesauribile di ispirazione – nel quale disegnatori, artisti, creativi, variantisti, coloristi, product manager, tecnici del tessuto e responsabili commerciali si affiancano, condividendo un’atmosfera di contaminazione di idee, competenze, intuizioni e valori. Uno spazio concepito non per separare ma per unire, fortemente voluto da Franco Mantero, amministratore delegato della realtà comasca, che con i suoi predecessori ha in comune la grande passione per l’arte del tessile e uno spirito imprenditoriale volto al continuo miglioramento dell’azienda: “Abbiamo inaugurato il reparto meno di un anno fa. In questo ampio spazio lavorano fianco a fianco persone di diverse età e con diverse competenze, che dialogano tra di loro favorendo uno scambio virtuoso di knowhow tradizionale – patrimonio dell’azienda – ed expertise legate alle tecnologie più innovative. Un mix indispensabile per aiutarci a soddisfare le esigenze del mondo dell’alta moda.

Mantero, il reparto sviluppo

L’open space che ospita il reparto di sviluppo prodotto di Mantero, nell’head quarter di Grandate (Como). Uno spazio per condividere creatività, competenze e idee.

Da qui, l’accesso ai reparti di produzione – ubicati nello stabilimento attiguo – è immediato e il percorso nel cuore creativo e tecnologico di Mantero è coinvolgente e di grande fascino. Anche perché permette di scoprire l’altro ambizioso progetto recentemente portato a termine e di cui Franco Mantero è particolarmente orgoglioso: “Abbiamo trasferito e unificato il nostro immenso archivio tessile in un locale dedicato – di 1.600 metri quadrati – nel quale sono raccolti 60 mila foulard – uno diverso dall’altro, 10 mila volumi di campioni, i tessuti per abbigliamento delle collezioni Mantero, una grande varietà di tessuti da cravatteria e disegni pittorici originali. È il retaggio storico dell’azienda, senza l’accesso al quale Mantero non sarebbe la stessa”.

Alle radici dell’azienda

Le origini di Mantero risalgono al 1902, anno in cui Riccardo Mantero – cavalcando il periodo di vertiginosa espansione del settore della seta – fondò la Ditta Riccardo Mantero, attiva come deposito di sete nell’area di Como. La crescita conseguita nei decenni che seguirono spinse la proprietà a compiere una prima importante trasformazione: con l’avvio, negli anni Quaranta, dell’attività di tessitura, l’azienda divenne una vera e propria realtà industriale. L’espansione della produzione proseguì nel seguente ventennio: nel corso degli anni Sessanta, il gruppo Fabbrica Seterie Riccardo Mantero concluse l’integrazione del ciclo produttivo con l’avvio della tintoria e della stamperia, conquistandosi una posizione di rilievo anche al di fuori del distretto tessile comasco. Il periodo successivo vide il gruppo impegnato nella diversificazione del core business – sia sul fronte dei tessuti trattati che su quello delle categorie di prodotto – e in un percorso di internazionalizzazione, che portò all’apertura degli uffici di rappresentanza a New York e a Parigi.
Mantero è stata protagonista di una nuova trasformazione all’inizio degli anni Duemila, quando il management spinse per un riposizionamento dell’azienda, puntando su una produzione altamente creativa e sofisticata e su un target circoscritto al segmento del lusso e della moda di alta gamma. Di conseguenza, la tessitura venne ridotta a 32 telai – dedicati esclusivamente alla produzione di tessuti jacquard – e la tintoria dismessa, mentre importanti investimenti furono destinati alla stamperia, la produzione core sulla quale l’azienda decise di scommettere.

Mantero, i telai jacquard della tessitura

Mantero, i telai jacquard della tessitura

Nel cuore dell’eccellenza

Oggi Mantero è una realtà produttiva che genera un giro d’affari di 80 milioni di Euro all’anno e conta 470 dipendenti, due stabilimenti nell’area comasca, un ufficio di rappresentanza a New York e uno preposto al sourcing dei tessuti in Cina. La conduzione rimane salda nelle mani della famiglia Mantero: a guidare la compagine aziendale è la quarta generazione, con Franco e la sorella Lucia, direttore marketing e sviluppo prodotto. Abbigliamento, accessori donna e accessori uomo rappresentano il core business dell’azienda che vanta tra i suoi interlocutori i principali brand della moda di alta gamma. Per alcuni – e parliamo di marchi del calibro di John Richmond, Vivienne Westwood e Christian Lacroix – Mantero sviluppa e produce collezioni in licenza.

Quali sono gli ingredienti del successo di questa bella realtà comasca che continua a sedurre e conquistare i brand del lusso di tutto il mondo con la raffinatezza creativa, l’impeccabile qualità e la bellezza avvolgente dei propri tessuti? Franco Mantero non ha dubbi nell’indicarne tre: “La capacità creativa e la spinta propositiva – che trovano espressione nel lavoro del team di 120 persone dedicate all’attività di sviluppo prodotto e di business development; la capacità produttiva, laddove crediamo da sempre nel nostro DNA industriale, tanto che nel tempo abbiamo investito nel continuo ammodernamento della fabbrica e nell’aggiornamento delle attrezzature; l’archivio, un patrimonio che raccoglie la storia creativa dell’azienda e costituisce una fonte inesauribile di ispirazione per i nostri creativi, ma anche per i nostri clienti”.

Tre elementi distintivi che convivono nel cuore strategico aziendale e contribuiscono a forgiarne l’inconfondibile impronta: “Sono i nostri stessi clienti a credere nel valore aggiunto di questo mix, che ci consente di mettere a disposizione un servizio perfettamente in linea con le loro aspettative di eccellenza”.

Nell’era del digital textile

Con lo stesso spirito imprenditoriale che ne ha caratterizzato gli oltre cento anni di storia, Mantero ha affrontato in tempi recenti la sfida della stampa tessile digitale. Graduale è stato il percorso di avvicinamento e adozione della nuova tecnologia: dopo una prima fase di sperimentazione, avviata alla fine degli anni Novanta con le TX2 di Mimaki, nel 2006 l’azienda ha creato un piccolo reparto produttivo per arrivare ad allestire – nel 2012 – un reparto efficiente e spazioso interamente dedicato alla stampa digitale. Attualmente, questo reparto ospita cinque sistemi di stampa Monna Lisa di Epson e F.lli Robustelli a 16 teste di stampa – di cui due con inchiostri reattivi, due con inchiostri acidi e uno destinato alla stampa degli accessori – e tre stampanti JV5 di Mimaki utilizzate per le attività di sperimentazione.

Per un’azienda quale era la nostra, fortemente focalizzata sulla stampa a quadro tradizionale e altamente specializzata in prodotti di qualità eccellente, l’adozione della tecnologia inkjet è stata innanzitutto una scelta di servizio. L’estrema flessibilità operativa del digital printing è stato l’elemento che ci ha convinto a compiere questo passo, perché ne abbiamo colto il potenziale rivoluzionario applicato al mondo dell’alta moda”, spiega Mantero. “Laddove i nostri clienti ci chiedevano sempre di più tempestività di produzione e consegna, nonché la possibilità di posporre il più possibile il momento decisionale, la stampa a getto di inchiostro – che ha cambiato in modo radicale le dinamiche del processo produttivo, introducendo una logica di just in time dapprima sconosciuta nel mondo del tessile – ci ha consentito di offrire un servizio eccezionale sotto il profilo della velocità.

In altre parole, a fronte del cambiamento del mondo del fashion di lusso nel quale, tra sfilate, presentazioni e lanci di nuove collezioni, il fattore tempo si è trasformato in una discriminante cruciale – a maggior ragione con la comparsa del pronto moda, la mossa di Mantero di riorganizzare la produzione introducendo la stampa digitale si è rivelata vincente. Anche sotto il profilo della creatività, perché la nuova tecnologia ne ha ampliato gli orizzonti, spingendo molto oltre le possibilità di creazione e riproduzione dei disegni. “Vi è un altro aspetto peculiare della nostra strategia di integrazione del digital printing: non abbiamo mai considerato la tecnologia inkjet come sostitutiva, al contrario abbiamo sempre guardato ai due mondi – analogico e digitale – come a due ambiti produttivi completamente separati e potenzialmente complementari. L’obiettivo che ci siamo posti è stato quello di arrivare a realizzare con una tecnologia lavorazioni, effetti e finiture non realizzabili con l’altra, e viceversa”.

Non a caso, oltre agli investimenti destinati al reparto di stampa digitale, Mantero ha portato a termine negli ultimi anni anche un progetto di riorganizzazione e riposizionamento dei reparti della stampa a tavolo, che ospitano una cucina colori altamente automatizzata e diversi tavoli rotanti e tavoli piani (da 40 e 80 metri).

Nella scelta dei sistemi di stampa inkjet, abbiamo puntato sull’aspetto qualitativo più che su quello della produttività, proprio perché per noi la migrazione tecnologica è avvenuta dalla stampa a tavolo a quella digitale. Oggi stampiamo in digitale circa un milione di metri lineari all’anno e circa 500mila metri lineari con la stampa a tavolo – con trend di crescita su entrambi i fronti. Solo cinque anni fa la situazione era invertita. Diversa è la questione per la terza tecnologia di cui disponiamo, la stampa a cilindro e manomacchina, destinata a tipologie di produzione differenti che non andremo mai a effettuare in digitale.

Mantero, il reparto serigrafico

Mantero, il reparto serigrafico

Il futuro è… nel software?

Un lungo e impegnativo processo di ri-orientamento dell’attività produttiva, investimenti tecnologici importanti – 3 milioni di Euro all’anno in attrezzature nell’ultimo quadriennio – e un percorso di riorganizzazione dell’area di sviluppo prodotto, tanti sono i traguardi appena varcati da Mantero. Ed è già tempo di guardare al futuro. In quale direzione?

La stampa inkjet è stata l’innovazione disruptive del settore, quella che a noi ha consentito di ricominciare a crescere su tutti i fronti. Per questo, vogliamo continuare a investire nell’implementazione del servizio ai clienti, sia sul fronte ufficio acquisti sia su quello ufficio stile.

Nel primo caso, l’azienda punta a diventare ancora più efficiente in termini di puntualità, flessibilità ed erogazione sempre più tempestiva del servizio, per garantire quei livelli di eccellenza richiesti dai clienti del lusso. Ma è forse sul fronte dello sviluppo del prodotto che si prospettano ulteriori e interessanti cambiamenti: “Credo che il futuro in questo ambito sia legato al software. Stiamo facendo ricerche mirate per individuare una soluzione che ci consenta di rivoluzionare la gestione di tutta la fase di sviluppo del prodotto, per creare un unico workflow integrato che colleghi in tempo reale le nostre attività e quelle dei clienti, dal disegno alla variantatura fino alle prove su abiti e articoli e alla stampa vera e propria”.

Nel software, dunque, la nuova chiave di volta per il mondo del tessile del lusso e della moda? Un quesito intrigante e una mossa ambiziosa che, se vincente, per Franco Mantero “potrebbe aggiungere un quarto ‘ingrediente del successo’ di Mantero ai tre precedentemente indicati, rendendo la nostra ricetta ancor più interessante, unica, completa e attraente agli occhi del nostro target di riferimento”.

I numeri di Mantero
  • 1902, anno di fondazione
  • 4, le generazioni succedutesi alla guida dell’azienda
  • 80 milioni di Euro, fatturato annuo
  • 2 stabilimenti produttivi
  • 2 punti vendita
  • 470 dipendenti, di cui 120 nel reparto di sviluppo prodotto
  • 3 core business: Abbigliamento, Accessori donna, Accessori uomo
  • 3 reparti di produzione
  • Stampa digitale: 5 Monna Lisa e 3 Mimaki JV5
  • Stampa a tavolo: 7 tavoli rotanti, 3 tavoli piani da 40 m, 5 tavoli piani da 80 m
  • Stampa a cilindro e manomacchina: 1 tessitura, 32 telai jacquard