Si chiama Lottozero ed è un laboratorio di creatività tessile sperimentale nato due anni fa con il duplice obiettivo di incoraggiare lo sviluppo di talenti emergenti del textile design e di rivitalizzare il distretto tessile di Prato. Una ricerca sfaccettata, il confronto aperto e continuo con i player della filiera, la valorizzazione del made in Italy e l’utilizzo virtuoso delle tecnologie sono al centro dell’attività di questa realtà concepita come vero e proprio fab lab.

È uno spazio polifunzionale dedicato alla ricerca e alla sperimentazione nel mondo del tessile e dell’arte e accoglie e promuove il lavoro di artisti e textile designer provenienti da tutta Europa. Profondamente radicato nell’area di appartenenza, il distretto tessile di Prato – del quale mira a diffondere un’immagine rinnovata, punta tutto sul made in Italy e sul mix virtuoso del know how storico del territorio e delle idee più innovative a livello internazionale. Concepito come luogo di networking per i player dell’intera filiera tessile, promuove un’attività sfaccettata volta a coinvolgere non solo i designer, ma anche artigiani, aziende tessili, brand owner e istituzioni. Tutto questo è Lottozero, una realtà dal profilo unico e dallo sguardo lungimirante, fondata due anni fa dalle sorelle Tessa e Arianna Moroder, consulente aziendale specializzata in impresa creativa la prima e textile designer la seconda. Con loro abbiamo parlato dell’esperienza di Lottozero e delle prospettive del disegno tessile.

Le sorelle Tessa e Arianna Moroder, ideatrici e fondatrici di Lottozero. Fotografia di Claudio Corrent

Le sorelle Tessa e Arianna Moroder, ideatrici e fondatrici di Lottozero. Fotografia di Claudio Corrent

Lottozero, incubatore di talenti del design tessile?

L’obiettivo di Lottozero è quello di coltivare e fare emergere nuovi talenti nell’ambito del disegno tessile. Vogliamo dare spazio ai giovani designer e creare concrete opportunità di espressione e di crescita. Lo facciamo mettendo a loro disposizione i nostri spazi e una rete di contatti con le aziende tessili del distretto, e non solo. Inoltre, abbiamo attivato un progetto di ‘residenze creative’, con l’intento di attrarre i talenti emergenti offrendo loro anche un alloggio nella nostra sede, nel cuore del quartiere Macrolotto Zero di Prato. La struttura è dotata di un laboratorio tessile, di una zona di studi condivisi e di uno spazio espositivo e opera come un fab lab, focalizzandosi sulla sperimentazione e sulla prototipia e proponendosi, in alcuni casi, anche come ufficio stile, laddove offriamo opzioni e proposte creative inedite ai partner.

Quanto conta l’appartenenza al distretto tessile di Prato?

La scelta di Prato non è stata  casuale: uno dei nostri obiettivi è proprio quello di contribuire a rivitalizzare il distretto. Il valore di questa location è dato dalle opportunità di confronto e collaborazione con i principali attori della filiera tessile attivi nell’area. Con quelle realtà disposte a collaborare, cerchiamo di creare sinergie costruttive che coniughino la capacità creativa dei giovani talenti e l’esperienza di aziende consolidate per generare una contaminazione tra know-how tecnico di lunga data e idee, strumenti e linguaggi innovativi. È in questo modo, crediamo, che possono nascere idee originali e inedite, che vadano oltre procedure e tecniche assodate.

Come si orienta la vostra sperimentazione nel tessile?

Portiamo avanti un lavoro di ricerca molto sfaccettato. La creatività dei nostri artisti e designer unita alle sinergie con il network di produttori e artigiani con cui ci confrontiamo – network che cresce di giorno in giorno – ci porta continuamente nuovi stimoli e nuove idee, spingendoci a sperimentare percorsi creativi differenti e a lavorare in modo molto diversificato.

I modelli Mut e Lucky, appartenenti alla Collection Zero. Fotografie di Rachele Salvioli

I modelli Mut e Lucky, appartenenti alla Collection Zero. Fotografie di Rachele Salvioli

Come gestite il rapporto con gli altri attori della filiera tessile?

Lottozero è una realtà che ambisce a lavorare nel modo più flessibile possibile. Per svolgere al meglio il nostro lavoro, è indispensabile conoscere e tenere bene in mente tutti i passaggi – e le figure professionali correlate – che precedono e seguono l’atto creativo in una filiera, quella tessile, complessa e articolata. Industria, ma non solo, il textile è cultura, storia, arte e tradizione: tali valori influiscono fortemente su tutte le nostre attività e si trasmettono pienamente ai player con i quali ci confrontiamo. E con i quali l’elemento comune più di ogni altro è la passione per il lavoro fatto a regola d’arte e con una forte enfasi su ogni dettaglio. A due anni di distanza dall’avvio del progetto, ci siamo rese conto che vi è un grande potenziale nel creare sinergie virtuose, non solo con chi opera nel campo tessile – come avremmo immaginato – ma anche con soggetti attivi nell’ambito creativo ad ampio raggio. È accaduto, ad esempio, in occasione della mostra inaugurale di Lottozero – “Inside Lottozero” – che ha visto la collaborazione di musicisti e artisti nonché di aziende normalmente attive in ambiti diversi.

Qual è il ruolo della stampa tessile digitale nella vostra attività?

La stampa digitale svolge un ruolo importantissimo, soprattutto perché permette di tradurre con immediatezza l’idea in un progetto concreto. E questo è un vantaggio fondamentale quando si opera in un settore che vuole sempre tutto e subito. Non per caso abbiamo scelto di avvalerci proprio della stampa digitale per le prime attività di promozione di Lottozero, orientate a far conoscere la nostra realtà e a comunicare il nostro messaggio. Tuttavia, laddove la stampa digitale gioca un ruolo importante, altrettanto importante è collocarla all’interno di un contesto che includa anche le tecniche tradizionali della stampa tessile.

Le collezioni digitali di Lottozero

Collection Zero è la prima collezione di foulard in seta prodotta da Lottozero e stampata in digitale. “Volevamo creare un prodotto made in Italy di qualità da proporre come premio per il nostro crowdfunding. E ci piaceva l’idea di poter lavorare con le più disparate tipologie di artisti. Ecco che la seta si è trasformata in un foglio bianco e la stampa digitale nello strumento col quale decorare il tessuto, senza limiti di disegni e fantasie”, raccontano Tessa e Arianna Moroder. “È stata una scelta un po’ fuori dal comune, perché il foulard fino a poco tempo fa era visto come un accessorio demodé, ma i giovani lo stanno riscoprendo. Per il crowdfunding iniziale abbiamo creato due collezioni: Verde di Prato, in serie limitata, ispirata ai monumenti toscani, e Collezione Zero, sviluppata in collaborazione con illustratrici come Anna Deflorian e grafici come Studio Mut. Questa collezione è tuttora in vendita online e in negozi scelti e ci permette di coprire alcuni dei nostri costi. La collaborazione con tutti questi artisti è stata molto positiva tanto che abbiamo deciso di creare periodicamente nuove collezioni.” Tessuto e non solo, perché “con la stampa digitale abbiamo realizzato anche il catalogo della mostra inaugurale – ‘Inside Lottozero’ – progettato da Studio Mut, con il quale abbiamo vinto il prestigioso ‘Certificate of Typographic Excellence’ di The Type Directors Club di New York”.

Come è cambiata la professione del textile designer?

Parliamo di una professione che vive di innovazione e cambiamenti. Tuttavia, nella sua essenza, il compito del disegnatore tessile è trovare soluzioni ai problemi di natura pratica che vengono posti. In tale contesto, la stampa digitale è uno strumento potentissimo per individuare soluzioni efficaci, in quanto libera da vincoli quali tempistiche ridotte, problematiche tecniche legate alla stampa tradizionale o l’impatto dei costi minimi di produzione. Detto questo, il digitale sta avendo altresì un effetto forse inatteso, laddove la sua recente ‘onnipresenza’ sta portando alla riscoperta dei valori ‘slow’, propri della manualità e utili nell’aiutare i designer a dedicare più tempo alla fase di progettazione, con un impatto sulla cura dei dettagli del prodotto.

Come si inserisce il made in Italy nella vostra vision?

La nostra vision è costruita sulla volontà di promuovere i valori autentici del made in Italy: il rispetto del lavoro di artigiani, tecnici e operai basato su una retribuzione equa; l’uso di materie prime sostenibili nella fase di approvvigionamento, di produzione e d’uso; lo studio e la creazione di prodotti che rispecchino la raffinatezza dell’artigianalità storica italiana e siano per questo impossibili da riprodurre altrove. Con questa stessa attitudine ci rivolgiamo anche agli utenti finali: Lottozero sostiene un consumo più ‘consapevole’, basato sulla scelta di beni prodotti in modo sostenibile e virtuoso. In un momento come questo, nel quale la capacità di acquisto, in particolare dei giovani, si riduce, crediamo sia importante fare informazione, secondo i concetti di “comprare meno, ma meglio”, “riparare invece di buttare”, “riutilizzare”.

I modelli CPLZ in versione Rossa o Blu, appartenenti alla Collection Zero. Fotografie di Rachele Salvioli

I modelli CPLZ in versione Rossa o Blu, appartenenti alla Collection Zero. Fotografie di Rachele Salvioli

Il mestiere del disegnatore tessile da qui a cinque anni?

Siamo convinte che la responsabilità del designer tessile stia crescendo enormemente. In un mercato nel quale distinguere un prodotto per qualità diviene sempre più difficile, al designer spetta il compito di esaltare – attraverso materiali e manifattura – il valore di un capo o di un articolo. In Lottozero, stiamo spingendo per un’evoluzione del modus operandi che persegua l’integrazione sistematica di pratiche sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. Ciò significa anche puntare ad accrescere le conoscenze tecniche e a essere aggiornati più che mai su metodi e tecnologie nuove. In tale contesto, la stampa digitale farà da supporto al designer di domani offrendo soluzioni innovative e in linea con i valori che andranno ad affermarsi.