Trainata dal processo di adozione delle tecnologie di stampa digitale nei cicli di produzione dei diversi comparti, l’industria tessile vive un periodo di grande cambiamento, caratterizzato dalla disponibilità di soluzioni di stampa sempre più performanti, dalla comparsa di modelli di business alternativi, dallo sviluppo di prodotti inediti e da un’attenzione crescente verso le tematiche ambientali.

Il mondo della stampa tessile continua a far parlare di sé. Non si arresta il processo di penetrazione del digitale legato all’inarrestabile evoluzione delle tecnologie, laddove soluzioni sempre più performanti sui fronti di macchine da stampa, software di gestione e di workflow, inchiostri e coloranti vengono lanciate sul mercato. E prosegue la trasformazione della filiera, tra modelli di business innovativi e applicazioni inedite. A fronte di tali cambiamenti, non è semplice tracciare un quadro complessivo della filiera. Come sta andando il settore nel suo complesso e come cresce, nello specifico, il segmento della stampa tessile digitale? Quali sono i trend di oggi e le prospettive di crescita dei prossimi anni? Lo abbiamo chiesto a Ron Gilboa, direttore della divisione Functional Printing & Packaging di InfoTrends, che ci ha aiutato a delineare lo stato dell’arte del textile contemporaneo.

Partiamo dal mercato della stampa tessile. Quali i valori e quali i volumi?

Quello del tessile è un comparto che continua a crescere: a livello globale, negli ultimi anni il settore è andato ben oltre il trilione di dollari di valore stimato nel 2013 e rappresenta oggi quasi il 2% del PIL mondiale. Il 75% di questo mercato si concentra in Europa, Stati Uniti, Cina e Giappone, mentre dal punto di vista merceologico, circa il 28% del valore del settore afferisce al tessile per abbigliamento fashion, il 16% all’abbigliamento sportivo, il 33% al tessile per décor e il 23% all’industrial (secondo i dati del rapporto “Market Line 8/2015”, Statica – PWC Analytics 2005, che include anche i segmenti di footwear e accessori moda). Quando si parla di settore tessile a trecentosessanta gradi ci si riferisce a un comparto che comprende sia tessuti tinti sia tessuti stampati. Secondo i dati di InfoTrends, il volume totale di tessuto prodotto all’anno è pari a circa 450 miliardi di metri quadrati, di cui circa il 60% riguarda i settori dell’abbigliamento e della moda. Rispetto al volume totale, sono 35 miliardi i metri quadrati di tessuto stampati all’anno e circa 1,4 miliardi sono i metri quadrati di tessuto che sono stati stampati con tecnologia digitale nel 2016.

la stampa digitale per distribuzione geografica e per applicazioni, secondo InfoTrends

A sinistra: la distribuzione geografica della stampa digitale 2015 vs 2020 – A destra: il valore della stampa digitale per applicazioni 2015 vs 2020
Fonte: InfoTrends 2015-2020 Digital Textile Printing Industry Forecast

A proposito di stampa tessile digitale, come sta andando il comparto?

Il comparto della stampa tessile digitale continua a registrare una crescita a doppia cifra: i dati più recenti di InfoTrends parlano di un incremento del 24% anno su anno tra il 2015 e il 2020. L’abbigliamento si conferma il segmento di maggiore penetrazione per la stampa digitale, ma ci si aspettano sviluppi importanti anche per il tessile per arredamento e per applicazioni in ambito industriale. A livello geografico, l’Europa occidentale mantiene la propria leadership nella stampa tessile digitale, seguita dal Nord America. Tuttavia, la regione asiatica sta recuperando terreno: si prevede un’accelerazione nel processo di adozione della stampa digitale in molti Paesi asiatici, con la Cina a trainare tale trasformazione.

La stampa digitale ha oggi un peso inferiore al 5% rispetto al volume totale di tessuto stampato a livello globale. Siamo di fronte a un caso di successo o piuttosto a una tecnologia che non è ancora riuscita a soddisfare appieno le aspettative iniziali?

Sono convinto che quella della stampa tessile digitale sia una storia di successo – del resto, la strada del successo non è necessariamente la più rapida. Come è già accaduto in altri ambiti del printing, anche nel tessile la direzione intrapresa è quella dell’affiancamento della tecnologia digitale a quella tradizionale. Di tale integrazione beneficeranno in primis stamperie e print service provider, che saranno in grado non solo di offrire una gamma differenziata di prodotti e soluzioni – sia in alti volumi sia in una logica di customizzazione del singolo pezzo – ma anche di operare in modo sostenibile e nel pieno rispetto dell’ambiente, con grande flessibilità e con un approccio time to market. Inoltre, i progressi compiuti nello sviluppo delle macchine da stampa e nelle soluzioni di workflow stanno contribuendo ad accelerare la trasformazione digitale del settore tessile, come testimonia anche la crescita prevista di 24 punti percentuali annui fino al 2020.

Come si caratterizza la transizione verso la stampa tessile digitale?

Il successo raccolto dalla stampa digitale nel settore tessile è strettamente legato ai benefici che questa tecnologia ha portato in ambito creativo, produttivo e di supply chain. La stampa digitale del tessuto consente di rispondere con immediatezza e flessibilità alle esigenze legate alla continua evoluzione dei trend della moda e alla richiesta sempre crescente di personalizzazione dei disegni o di utilizzo di immagini complesse, oltre a facilitare il passaggio alla personalizzazione di massa. Inoltre, la generale semplificazione del processo di stampa e dei cambi di lavoro – legata all’utilizzo dei file di produzione – ha contribuito a incrementare l’efficienza operativa, nonché a eliminare scorte e inventari, a favore di una maggiore sostenibilità del processo di produzione.

Molteplici esempi di tessuti

Molteplici esempi di tessuti

Come andrà configurandosi il tessuto produttivo del settore tessile?

Abbiamo già visto molti stampatori tessili tradizionali – che ben conoscono le esigenze specifiche e le aspettative dei brand owner di riferimento – intraprendere la strada del digitale come passaggio naturale in un percorso evolutivo volto ad arricchire e differenziare la produzione e l’offerta. Accanto a questi, vi sono realtà quali studi di design, stilisti e creativi che, cogliendo l’opportunità di un più semplice accesso alla produzione – grazie alle caratteristiche della tecnologia di stampa digitale – sono riusciti a dare vita a modelli di business innovativi. E non possiamo dimenticare che vi sono altresì aziende grafiche storicamente specializzate in altri ambiti del printing che hanno iniziato a guardare con interesse al textile quale opportunità per allargarsi verso nuovi mercati. In quest’ultimo caso, tali aziende si rivolgono prevalentemente al textile per décor e arredamento, più che alla moda. Tutte queste realtà, differenti tra loro per provenienza, andranno a formare il nuovo tessuto produttivo del settore tessile nell’era della stampa digitale.

Uno dei temi di maggiore attualità nel tessile digitale è quello del pigmento. La sua posizione al riguardo?

Si tratta di un tema di grande interesse per il presente e il futuro della stampa tessile digitale. Il processo di stampa basato sul pigmento avviene a secco, ovvero non necessita di quantità di acqua ingenti e non richiede operazioni di post trattamento del tessuto, quali vaporizzaggio, lavaggio e asciugatura. Da ITMA 2015, enormi progressi sono stati compiuti su diversi fronti del pigmento digitale, a partire dalla gamma dei colori disponibili al grado di resistenza a sfregamento e lavaggio, tutti fattori fondamentali per una tipologia di inchiostro compatibile con diversi tessuti. Sul fronte opposto, tra gli aspetti più critici del pigmento vi è quello dei costi, che possono arrivare a essere cinque volte più elevati rispetto a quelli degli inchiostri reattivi, ad esempio. Inoltre, tale tecnologia non è ancora in grado di rispondere ad alcune esigenze specifiche, legate a specifiche applicazioni, quali la morbidezza della mano del tessuto finito o il livello di trasparenza. Detto questo, sono convinto che la stampa a pigmento troverà grandi opportunità di crescita nel settore del tessile per arredamento, in particolare nei segmenti di biancheria e tappezzeria. Previo qualche accorgimento da parte dei player del settore: per poter ottenere buoni risultati con il pigmento, gli stampatori dovranno in primis condurre un’attenta analisi di tutti i parametri della produzione – quali costi complessivi, impatto ambientale e resa del prodotto finito –, una fase necessaria per arrivare a immettere sul mercato articoli in grado di competere con la concorrenza.

La filiera tessile in numeri

Per offrire una ulteriore prospettiva sulla filiera tessile a livello globale, è interessante dare uno sguardo a qualche dato: i numeri che seguono indicano il valore complessivo (non limitato al contesto della stampa) dei singoli comparti merceologici.

• Abbigliamento femminile, 621 mld $
• Abbigliamento maschile, 402 mld $
• Abbigliamento per bambini, 186 mld $ (valore delle vendite globali)
• Abbigliamento luxury, 339,4 mld $
• Sport footwear, 90,8 mld $
• Abiti da sposa, 57 mld $

Un commento sul boom della fast fashion, direttamente legato alla stampa digitale?

Il fenomeno della fast fashion si riferisce alla capacità dei brand della moda di immettere velocemente nuovi prodotti sul mercato, con una rotazione delle collezioni non più stagionale ma quindicinale. Alla base della fast fashion vi è una catena di fornitura molto più controllata, nella quale la produzione è vicina ai luoghi di distribuzione e il processo – dal design al capo finito – è molto più semplice e veloce, anche grazie all’utilizzo della stampa digitale. Inoltre, a ottimizzare la produzione contribuisce l’uso di tool tecnologici di ultima generazione, quali soluzioni di gestione logistica all’avanguardia, innovativi sistemi di controllo dei materiali e strumenti 3D e 2D di progettazione e modelling, utili per ridurre al minimoi tempi di sviluppo delle collezioni. Attualmente, marchi come Zara, Desigual, Mango e H&M rinnovano le proposte continuamente, mantenendo prezzi accessibili e tenendo il passo con l’evoluzione di design e stili dettati dalla moda. Diverso il discorso per i brand dell’alta gamma, che rimangono legati a una catena di fornitura più lunga – soprattutto nella fase della creazione dei disegni e della produzione –, indispensabile per garantire i livelli qualitativi richiesti dal settore del lusso. Credo sia importante, e necessario, fare una riflessione sulle possibili conseguenze del fenomeno della fast fashion rispetto al tema ambientale. L’ampia disponibilità di capi di abbigliamento sempre diversi nello stile e con costi accessibili induce all’acquisto ‘seriale’ e all’accumulo di abiti e vestiti negli armadi, con il rischio di congestionare lo smaltimento degli stessi. Proprio per questo, molti dei brand owner che stanno concentrando i propri sforzi sulla promuozione di un concetto di produzione responsabile e sostenibile arriveranno presto a lavorare anche sull’aspetto della gestione del fine vita dei prodotti.

A proposito di sostenibilità dei processi, come si pone l’industria tessile e quale ruolo gioca il digitale?

L’industria tessile occupa le prime posizioni nella classifica delle filiere che provocano il maggior spreco di acqua in Cina, quantificato in 2,5 miliardi di tonnellate all’anno. Tale spreco non attiene alla sola fase di stampa, ma alla maggior parte dei processi della supply chain del tessile, dalla coltivazione sostenibile del cotone alla produzione di tessuti in poliestere, dallo sviluppo di materiali e fibre innovative alle varie fasi di preparazione dei filati per la stampa. In tutti questi ambiti, cresce la richiesta di una produzione responsabile che consenta di migliorare l’efficienza, ridurre gli sprechi e risparmiare sull’impiego delle risorse. La stampa digitale rappresenta sicuramente un passo importante in questa direzione, laddove implica una riduzione sostanziale del consumo di acqua sia durante la fase di stampa che nelle operazioni precedenti e successive. Nel dibattito ambientale legato al mondo del textile vi è un altro tema di grande interesse. I capi di abbigliamento che indossiamocontinuano a esercitare un impatto in termini di consumo di energia e risorse anche dopo essere stati prodotti. La ricerca si stagià muovendo per ottimizzare le prestazioni green anche su questo fronte: attualmente si lavora allo sviluppo di fibre innovative che, dotate di agenti antibatterici, arrivino a garantire un tempo di utilizzo più lungo prima di dover ricorrere al lavaggio. Si tratta di una delle tante sperimentazioni in corso orientate alla riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti tessili durante il loro ciclo di vita e alla conservazione del pianeta.

L’era del web-to-fabric

Oltre alla stampa digitale, l’universo del textile ha abbracciato anche il web per dare vita a uno dei suoi modelli di business più innovativi: le piattaforme web-to-fabric. “Si tratta di un fenomeno in linea con il progressivo affermarsi dell’Industria 4.0 nei diversi settori di produzione e crea una connessione diretta tra i produttori dei beni e i consumatori”, spiega Ron Gilboa. “Tra i casi più interessanti, quello di Spoonflower, piattaforma nata negli Stati Uniti e indirizzata ad amanti del fai da te e hobbisti. A fronte del successo raccolto, Spoonflower ha aperto, nel 2016, una filiale a Berlino per rivolgersi ai mercati di Europa e Medio Oriente. L’attenzione alla community, ha portato l’azienda a raccogliere e combinare le diverse creazioni per sviluppare due collezioni diprodotti finiti, una nell’ambito dell’abbigliamento (Sprout) e l’altra nell’ambito dell’home décor (Roostery).” Altro caso interessante citato da Gilboa è quello di The- ColorSoup, la piattaforma web-to-fabric lanciata nel 2016 dall’italiana Gruppo Miroglio, una delle principali stamperie europee. “La strategia adottata da TheColorSoup è diversa. Questa piattaforma propone tessuti di un certo livello a prezzi competitivi. Oltre a descrivere il tessuto in sé, il website offre una serie di spunti e idee su possibili realizzazioni, insieme a tutorial che mostrano le tecniche utilizzabili per trasformare un tessuto stampato in un prodotto finito.