Stampa online senza fronzoli o tipografia tradizionale? Sempre più aziende stanno scegliendo una terza via e aprono nuovi interessanti mercati, anche nell’ambito del grande formato. E l’alternativa è fra standard e personalizzazione

Il mondo della stampa sta vivendo grandi cambiamenti, e come sempre nascono i “partiti” pro e contro. Da un lato le piccole imprese con un passato artigianale, capaci di realizzare prodotti come abiti di sartoria, anche se ormai in contrasto con un mercato competitivo e veloce. Dall’altro aziende recenti e “leggere”, che puntano su e-commerce e web printing applicando però standard rigidi a committenti che ricercano rapidità e convenienza. Ma… c’è davvero una divisione così netta? In realtà no. Le due categorie che abbiamo descritto esistono, ma il sistema delle imprese si è evoluto e ha adottato sfumature intermedie, adatte a un mercato via via più esigente, che vuole la quadratura del cerchio. E infatti il crescente ruolo dell’e-commerce è corretto da un efficace servizio ai clienti: non solo per pochi prodotti regolari e uniformi, ma anche per il grande formato, con tante personalizzazioni. Una via di mezzo fra lo standard puro e l’approccio tradizionale, che offre nuove opportunità di sviluppo. Ne abbiamo parlato con alcune aziende del settore.

Crescere con le idee e l’efficienza
Giancarlo Miotto, fondatore e amministratore TicTac

Giancarlo Miotto, fondatore e amministratore TicTac

“Siamo stati il primo print service online quando in Italia ancora questa formula non c’era, e siamo partiti proprio dal grande formato. Prima seguivamo il cliente al telefono o qui in azienda, finché abbiamo creato il primo sito con un amico programmatore. C’è voluto un anno, ma è stata la svolta”. Per Giancarlo Miotto di TicTac soddisfare i clienti non è mai una missione impossibile, ma in tempi pionieristici non era facile prevedere ogni variabile e definire la piattaforma informatica con un configuratore per tutte le linee di prodotto. TicTac opera dal 1992 a Thiene, in provincia di Vicenza. Punto di riferimento italiano per il wide format, è entrata nel web-to-print da oltre dieci anni, coniugando semplicità d’uso, ricerca di nuovi prodotti e settori e una solida esperienza nel grande formato. Affianca il cliente in prestampa un team di professionisti che verifica i file durante la procedura, con una collaborazione che prosegue fino alla consegna, tanto da rendere nei fatti l’intero servizio tanto flessibile da sembrare quasi su misura. “Siamo un e-commerce che si prende cura dei suoi clienti: le quasi 50 persone del nostro staff ascoltano e danno consigli e supporto, perché il sito è una base da cui partire, non il punto d’arrivo. Per questo brand importanti ci preferiscono non solo per qualità e prezzo, ma anche per l’assistenza”. Miotto sottolinea che la produzione è tutta interna, nulla delle 6000 referenze va in outsourcing. Si viaggia a pieno regime: le macchine lavorano in due turni e anche di notte, da sole, controllate in remoto. “Quando non avevamo abbastanza capacità produttiva abbiamo investito per tempo in tecnologie, e adesso siamo dotati di macchine sufficienti e affidabili, siamo organizzati e autonomi: abbiamo creato un sistema che gestisce il carico di ogni macchina, perché per stare sul mercato bisogna crescere con le idee e i processi”, spiega. Oggi con le etichette TicTac si rafforza nel settore alimentare, dal vino alla birra e al cioccolato, e poi arrivano le richieste dei comparti più disparati: automotive, sigarette elettroniche, scarpe e cosmetici, occhiali e farmaceutici. A volte grosse commesse, ma spesso anche pochi pezzi. Il sito consente di richiedere lavorazioni con dati variabili, numerici, nominativi, codice a barre o QR: il cliente invia il database, compone il prodotto e lancia l’ordine. “Io vorrei un sito che proponesse il prezzo ma soltanto dopo aver visto l’ordine, non prima… per ora la tecnologia non ce lo consente, ma è il mio sogno nel cassetto. Bisogna anticipare i tempi – conclude Miotto – la chiave della produttività è la tecnologia, ma nell’e-commerce si deve investire anche sulla visibilità e sul posizionamento. E restare sempre vicini al cliente”. Tra i prodotti di TicTac, tutti personalizzabili, supporti rigidi, manifesti e poster, pannelli e striscioni pubblicitari, etichette in bobina, pvc adesivo, tessuti e bandiere, allestimenti per stand, espositori e servizi per il design e il packaging, carta da parati, poster e fotoquadri.

Innovazione e mentalità moderna
Luigi Carrai, general brand manager Kimiprint.com presso Poligrafico Roggero & Tortia

Luigi Carrai, general brand manager Kimiprint.com presso Poligrafico Roggero & Tortia

“La vendita online deve far cambiare pelle e testa alle aziende: le vecchie tipografie non volevano piegarsi allo standard, ora invece sappiamo che ogni prodotto si può uniformare, fatte salve le personalizzazioni del cliente. Il segreto non è avere la macchina più moderna e performante, ma definire un efficiente workflow del processo. La tecnologia può anche essere low cost, sono la mentalità e l’organizzazione che devono cambiare”. È la visione di Luigi Carrai di Kimiprint, un’azienda nata a Padova solo nel 2017 ma che ha ereditato le esperienze dei soci nel settore per creare una struttura efficace e competitiva, oggi parte di PRT Group. Il primo criterio adottato è la qualità: dei fornitori e dei prodotti. La gamma è molto varia, grazie ai sistemi evoluti di stampa e finissaggio, e offre un prezzo competitivo, attirando clienti dai settori automotive, farmaceutica, GDO e tecnologie. La standardizzazione porta ovvi vantaggi di natura economica per le economie di scala, ma anche per le minori giacenze di magazzino: si fa filiera con i fornitori, si adottano magazzini just in time, si riducono gli scarti e gli spazi impegnati. In Kimiprint un call center associato all’e-commerce aiuta il cliente a configurare il prodotto: “Bastano dieci livelli di scelta per rendere praticamente unici, quasi sartoriali, prodotti che pure in origine sono standard”. Le macchine vengono utilizzate di più e meglio. Carrai spiega che per il grande formato la saturazione arriva al 70-80%: pianificando la lavorazione in base alle urgenze si riducono le attese per cambiare settaggio e si impiegano meglio materiali e personale. Ottimizzare la stampa e il finissaggio accresce la produttività e apre nuovi mercati: il web ti rende visibile oltre il territorio locale, come Kimiprint che oggi si sta allargando a tutta Italia e alla Francia. Ma l’e-commerce non è un po’ mordi e fuggi? “A volte sì, ma tanti nuovi clienti restano: bisogna curare le relazioni, dare un tocco personale all’offerta perché non sembri fredda. Forse non sei sempre competitivo, ma la qualità fa la differenza”, dice Carrai, e spiega che è sbagliato attrarre clienti solo con il prezzo stracciato: valgono molto il supporto, l’ordine “comodo”. E una consegna certa, soprattutto in caso di eventi o fiere: guai a tardare! Da questa visione di servizio è nato il nuovo payoff di Kimiprint: “Nice to print you”. Nel grande formato si può scegliere di stampare su qualsiasi supporto rigido o flessibile a UV su lastre fino a 300×200 e una risoluzione fino a 1200 dpi. I materiali vanno dal forex (pvc semiespanso) al plexiglass opalino o trasparente, polionda (polipropilene alveolare), cartone dispa (ecologico), dibond (alluminio espanso) o Ecoplack, fino ai pannelli leggeri come sandwich e kapatex (simile alla tela pittorica). Per i supporti flessibili si passa dalle bandiere tradizionali o a goccia ai roll-up, dalla carta da parati ai tessuti per arredamento, fino ai gazebo da esterno e ai classici manifesti per affissione da 70×100 fino a 600×300.

Investimenti, competenze, solidità
Riccardo Pesce, amministratore delegato PRT Group

Riccardo Pesce, amministratore delegato PRT Group

È PRT Group la società al cui interno opera Kimiprint, insieme al Poligrafico Roggero & Tortia e a varie aziende e attività anche all’estero: Intellidoc (informatica), PRT France, attiva nel commercio sul mercato francese, PRT America per gli Stati Uniti, PostaPronta, piattaforma online per servizi di posta ibrida, e CKC Group, che serve gli enti pubblici. Il gruppo torinese, nato nel 1921 (“Era una tipografia industriale. Stampava le locandine dei film e ovviamente le pubblicità della Fiat”, dice l’ad Riccardo Pesce) ha sede a Beinasco e ha chiuso il 2017 con ricavi per 22 milioni e circa 90 dipendenti. Oltre alla stampa offset bobina-bobina ha sviluppato una vasta competenza nella gestione del dato variabile. “La prima trasformazione è stata nel 1968, con il passaggio dalla stampa tradizionale al modulo continuo. Da allora siamo cresciuti sempre in collegamento con le innovazioni informatiche e la gestione di grandi volumi di dati da stampare”, racconta Pesce. “Negli ultimi 20 anni ci siamo occupati delle comunicazioni obbligatorie: estratti conto, bollette, fatture, tasse comunali, ma anche di stampe di natura commerciale sempre personalizzate con dati variabili, dalle vendite per corrispondenza alle e-mail pubblicitarie”. Un’azienda che decide di operare nell’e-commerce deve essere operativamente “robusta” ben prima di andare online. È un settore in cui non ci si inventa: oltre a grossi investimenti richiede competenze specifiche, conoscenza del territorio, del settore, delle lavorazione. La forza di PRT Group sta nella capacità di gestire i dati con i data center e le infrastrutture software che presiedono a una stampa digitale ad alta produttività con tecnologia inkjet full color per un volume di 100 milioni di buste l’anno, con una clientela diffusa a 360 gradi. L’ingresso nel grande formato con Kimiprint rafforza il business, perché amplia e diversifica il mercato: e il riscontro dei primi mesi è positivo, a dimostrazione che questa “terza via” funziona.

 

“Usare carta non danneggia l’ambiente”: tra sostenibilità e concorrenza digitale

Da anni la filiera della stampa deve contendere il mercato anche a un competitor nato con le migliori intenzioni: la comunicazione immateriale. Un modello scelto sempre più spesso per trasmettere informazioni ai clienti in chiave di sostenibilità, rispetto per l’ambiente e riduzione del “consumo” di natura: canali digitali, sms, Pec, fatture elettroniche, e-mail. Principi giusti e condivisibili, che però rischiano di aprire un ulteriore fronte di crisi per gli stampatori, le cartiere, i produttori di macchine e inchiostri. “Noi consideriamo quella tra carta e comunicazione digitale un’integrazione, non un conflitto”, precisa Riccardo Pesce di PRT Group, che è vicepresidente di Assografici. “Nel mix a disposizione dei clienti deve esserci anche la carta, e le persone possono serenamente utilizzarla senza venire forzati a credere che così facendo danneggiano l’ambiente. Perché non è vero”. Lo dicono anche Print Power e Two Sides, organizzazioni internazionali che sottolineano i pregi ambientali dell’utilizzo della carta e sfatano i “falsi miti”. Come il disboscamento: in Europa in realtà la superficie coperta da foreste cresce al ritmo di 1,5 milioni di campi di calcio ogni anno, e se altrove nel mondo si tagliano alberi è per fare spazio all’agricoltura, non per produrre carta. E a proposito di C02 ed energia, le nuove tecnologie hanno reso la produzione di carta più sostenibile: tanto che in termini ambientali leggere un quotidiano cartaceo “costa” meno che sfogliarlo online. E anche senza mettere in conflitto settori produttivi chiaramente in concorrenza, un dato fa davvero riflettere. La quota di carta riciclata in Europa è da anni oltre il 70%, mentre i cosiddetti “rifiuti elettronici” crescono dal 3 al 5% l’anno, per oltre 50 milioni di tonnellate. “E poi – spiega Pesce – la carta non ha rivali per l’apprendimento. Aiuta a studiare, a dare sostanza a quello che si legge, a imparare, in un processo naturale antico quanto l’uomo”.

È il digitale che traina la tipografia
Giovanni Di Virgilio, cofondatore e CEO Sprint24

Giovanni Di Virgilio, cofondatore e CEO Sprint24

Coprire più settori, investire nell’innovazione delle macchine e automatizzare il processo produttivo senza rinunciare alla personalizzazione: questi, secondo Giovanni Di Virgilio di Sprint24, i punti da non trascurare per sfruttare il mix tra e-commerce e servizio a una clientela sempre più ampia e variegata. Sprint24 è nata nel 2005 a Roma e ha puntato su quella che definisce “l’esperienza di acquisto” del cliente. Oggi una presenza online ormai consolidata le permette di offrire un servizio di print-on-demand con una grande libertà di stampa, data dalle 400 opzioni disponibili. A catalogo si trovano pannelli, pvc adesivo, roll up e totem, adesivi in pvc, vetrofanie, materiale calpestabile, scritte e loghi 3D, targhe, banner, striscioni, microforato, forex e pannelli rigidi, oltre a roll up, bandiere e totem. “Sempre più persone si avvicinano all’e-commerce anche grazie alle promozioni. Le nostre non sono “estreme”, perché non siamo un supermercato. Siamo molto attivi anche sul territorio, con clienti che sono per metà aziende, piccoli esercizi e attività economiche. E cresce bene anche l’editoria, con il self publishing e gli operatori che ci utilizzano come outsourcing. Possiamo soddisfare le esigenze di tutti, con prodotti neutri che ciascuno si adatta nei materiali, nella forma, nel colore. E poi – spiega Di Virgilio – eseguiamo i lavori anche in 24 ore o in due giorni, ed è così che si riesce a fidelizzare la clientela”. Sprint24 ha aperto sul web una decina di anni fa, specializzandosi col tempo nella stampa digitale di roll-up, pannelli, segnaletica stradale e interna per aziende e centri commerciali. Il business digitale copre il 25% del fatturato, “ma è fondamentale – aggiunge – perché fa da volano per il lavoro tipografico di cataloghi e brochure”. A frenare lo sviluppo nel wide format sono le difficoltà logistiche, con costi operativi che lo rendono poco remunerativo. Più in generale il vantaggio dell’e-commerce sta nella capacità di programmare i carichi di lavoro, ottimizzare l’uso delle macchine (in Sprint24 moderne e performanti) riempiendo i “buchi” o rendendo più redditizie le richieste urgenti sia nell’offset che nel digitale.