Tra i tanti segmenti del variegato universo del textile printing, l’abbigliamento sportivo presenta alcune sfide particolari. Questo perché i capi non verranno praticamente mai utilizzati in circostanze normali, ma saranno sempre sottoposti tanto all’influsso degli agenti atmosferici (vento, acqua, raggi solari,…) quanto a quelle del corpo umano (tensioni, sudorazione,…). Per approfondire l’argomento ne abbiamo parlato con Americo Pezzola, titolare assieme a Gabriele Stangoni di Copicad, azienda con sede a Fiano Romano e specializzata in stampa digitale, e del progetto Jeko Sportswear, dedicato all’abbigliamento per ciclismo con mountain bike.

Gabriele Stangoni e Americo Pezzola, titolari di Copicad e di Jeko Sportswear

Gabriele Stangoni e Americo Pezzola (a destra), titolari di Copicad e di Jeko Sportswear

La sua azienda si occupa di una specifica nicchia dell’abbigliamento sportivo…

Posso dire che in Copicad ho unito quello che è sempre stato il mio lavoro – mi occupo di stampa digitale dal 1995 – con la mia grande passione sportiva, ovvero il ciclismo, in particolare la mountain bike. Ho cominciato realizzando grafiche personalizzate che facevo stampare a terzi, per poi optare per una produzione tutta in house, trasformandola progressivamente nel mio core business con il progetto Jeko Sportswear.

Nella sua esperienza, quali sono le caratteristiche che un tessuto deve avere?

Variano molto a seconda dell’utilizzo del capo finito. Un abbigliamento che verrà prevalentemente usato d’estate dovrà essere leggero e traspirante, mentre uno rivolto a un uso invernale avrà tra le sue caratteristiche salienti l’essere termo riscaldante e antivento. Quest’ultima caratteristica è indicata anche per guadagnare velocità, mentre tessuti idrorepellenti sono studiati per correre anche in condizioni atmosferiche avverse. Le possibilità sono molteplici e per ciascuna esistono differenti grammature.

Questi tessuti speciali che criticità pongono allo stampatore?

Direi che la sfida principale è quella della coprenza: se l’inchiostro non penetra adeguatamente e uniformemente nel tessuto, si ha tutta una serie di problemi che rendono il ciclo di vita del prodotto molto breve. Tutti questi tessuti sono elastici, per adattarsi al corpo in movimento e assecondarne lo sforzo. La continua tensione a cui vengono sottoposti può condurre, ad esempio, a un effetto sbiancatura con conseguente perdita cromatica. Un prodotto di qualità garantisce che i colori e le grafiche restino intatte nel tempo. Per assicurare questo risultato servono test accurati e è fortemente consigliato l’uso di consumabili originali e pienamente compatibili con la periferica di stampa utilizzata.

Alcune maglie realizzate da Copicad in occasione della Umbria Marathon 2017

Alcune maglie realizzate da Copicad in occasione della Umbria Marathon 2017

Se potesse dare un suggerimento ai fornitori di tecnologia, cosa direbbe?

Di intensificare la collaborazione con gli stampatori, di tutte le dimensioni. Utilizzo da sempre la tecnologia Roland, soprattutto quella digitale sublimatica, e quando ho un problema so di poter contare su disponibilità e attenzione da parte del mio fornitore. Per non parlare dei momenti educativi quali seminari tecnici o forum online creati ad hoc. Questo modello ha ampliato molto le possibilità offerte a noi stampatori, ma credo che si possa fare ancora di più, che un contatto praticamente quotidiano potrebbe essere fruttuoso per entrambe le parti.

E ai fornitori di materiali?

Il suggerimento resta lo stesso, ma qui la strada da fare è, a mio avviso, decisamente di più. Ottenere risposte alle richieste di aiuto è meno facile e non è infrequente che il linguaggio sia fin troppo tecnico, col risultato di non riuscire a trovare un terreno comune di dialogo. Inoltre, mentre i vendor di tecnologia hanno imparato a prestare attenzione tanto ai grandi stampatori quanto a quelli più piccoli, fra i fornitori di materiali c’è meno consapevolezza delle necessità dei buyer di piccole e medie dimensioni.